In Italia, il settore dei consumi fuori casa si conferma resiliente, nonostante l’aumento dei prezzi.
Sebbene l’attenzione relativa a quest’ultimo elemento resti alta, solo 1 consumatore su 10 dichiara di avere difficoltà a consumare fuori casa mentre un quarto dei consumatori (27%) dichiara di non aver modificato le proprie abitudini in seguito all’inflazione.
Un recente studio di Circana, inoltre, rileva che il 72% dei consumatori si aspetta che i ristoranti, grazie all’ampia disponibilità di prodotti freschi e surgelati, siano sempre più inclusivi e soddisfino anche le esigenze dei consumatori che optano per diete speciali (vegane, vegetariane, ecc).
Per quanto riguarda la tecnologia, invece, il 56% degli italiani pensa che quest’ultima aiuti i ristoranti a essere più inclusivi e ben il 40% utilizza regolarmente app e canali digitali per godersi l’esperienza in bar e ristoranti, interagendo con i luoghi che frequenta.
L’innovazione, però, è percepita anche come contaminazione, ibridazione e offerta rinnovata di cibo e bevande: secondo il 36% degli italiani, infatti, la ristorazione nel Paese è vista ancora come troppo tradizionale, mentre i consumatori sono sempre più interessati a provare cucine diverse; il 48%, infatti, si aspetta di trovare innovazioni su ricette e sapori quando si reca in un ristorante ed è certo che, con l’aiuto di alimenti freschi e surgelati, i ristoratori possano fare di più per i propri clienti.
Ma cosa succede quando questa voglia di esperienza incontra il caro vita che grava sui consumatori italiani? Questi ultimi si dimostrano attenti, ma adottano strategie per mantenere costante la quota di reddito dedicata ai ristoranti, che non si posizionano più in cima alla lista delle rinunce; anzi, oggi, in media 3 italiani su 4 sono disposti a pagare di più per avere maggiore innovazione nella ristorazione.