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L’inflazione ridisegna i consumi

Guerra, clima, migrazione, ma soprattutto l’inflazione: sono tante le voci che influenzano lo stile di vita e di acquisto dei consumatori. E’ questo il quadro che emerge dal Rapporto Coop 2023.

Il 34% degli italiani è pessimista sul proprio futuro, soprattutto nelle classi di reddito inferiore (50%) e sono 27 i milioni di italiani che hanno vissuto almeno una situazione di disagio nel 2023, contro i 18 milioni del 2021. Se per far fronte alla situazione, il 65% dei nostri connazionali prevede un calo dei propri consumi nel 2023, il cibo resta l’ultimo bene che si è disposti a sacrificare. Infatti, se il 16% degli italiani prevede che la quantità di cibo che acquisterà nei prossimi 12-18 mesi diminuirà, la stessa quota prevede un aumento. Il discorso non vale per i pasti fuori casa: il 51% prevede che caleranno le uscite e solo il 10% pensa che aumenteranno.

L’inflazione, comunque, colpisce anche il carrello della spesa. Tra giugno 2021 e giugno 2023 il tasso di inflazione per prodotti alimentari e bevande è cresciuto del 21,3% in Italia, un dato comunque inferiore alla media europea (+26,9%).

Nel largo consumo, nei primi 6 mesi del 2023 l’inflazione è stata pari al +12,7%. Sopra la media il comparto freddo (+17,0%), tra i più colpiti dagli aumenti.

In questo contesto, se le vendite crescono a valore (+10%, tra luglio 23 e luglio 22), calano in volume (-3,0% le vendite a prezzi costanti, nel medesimo intervallo di tempo). Tra le strategie messe in atto per far fronte al caro prezzi, il 90% riduce gli sprechi e il 78% opta per prodotti in offerta o in promozione. Meno gettonate le rinunce legate ai prodotti in sintonia con i propri valori: rispettivamente il 42% smette o diminuisce gli acquisti di prodotti sostenibili; il 43% quelli di alimenti bio.

Secondo il Rapporto Coop, gli italiani tagliano su frutta e verdura, ma sono sempre meglio disposti nei confronti delle nuove tipologie di carne. Il plant based cresce un po’ in tutti i comparti. In particolare nell’ambito dei sostituti della carne (+12% tra il 2022 e il 2021), per un valore di 168 milioni di euro, e nei piatti pronti (+15%, 64 milioni di euro), due comparti in cui non mancano proposte anche nell’ambito del freddo. Anche i gelati veg sono in crescita +11%, per un valore di 37 milioni di euro.

La Marca del Distributore (MDD) rappresenta un’alternativa sempre più scelta dai consumatori italiani. Nel mese di giugno ha raggiunto una quota del 29,3% (+1,3%), con picchi del 62,9% nei discount. L’83% dei consumatori acquistano o acquisteranno prodotti MDD per far fronte all’aumento di cibi e bevande e il 75% dei manager del comparto alimentare è convinto che le private label avranno le migliori performance in termini di volume.

Il discount, abbiamo visto, è il canale dove la marca del distributore ha la maggiore penetrazione, ma è anche quello che vede crescere maggiormente la propria quota di mercato, passando dal 18,9% del primo semestre 2021, al 23,0% del primo semestre 2023. Questa crescita è destinata a continuare, visto che l’81% degli italiani nei prossimi 12/18 mesi aumenterà gli acquisti in questo canale o lo sceglierà per la prima volta.

Fortunatamente, però, le prospettive sembrano in miglioramento. Si prevede che nel largo consumo i prezzi medi aumenteranno del 4% nel 2024 rispetto al 2023, contro il +11% del 2023 rispetto al 2022.  

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