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Eco-etichettatura: il freddo è ancora al top

Anche la terza edizione di Identipack promuove i surgelati. Il reparto freddo, infatti, si posiziona sul primo gradino del podio per la comunicazione delle informazioni ambientali obbligatorie dei packaging nel report redatto semestralmente dall’Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging, frutto della collaborazione fra Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) e GS1 Italy.

In generale, nel 2022 sul mercato italiano i prodotti che riportano informazioni ambientali relative al packaging sono aumentati rispetto all’anno precedente. Dati incoraggianti, soprattutto a proposito delle informazioni ambientali che sono obbligatorie da gennaio 2023. Su oltre 59.000 referenze, infatti, compaiono già le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata: il 44,8% di tutti i prodotti grocery a scaffale monitorati nel 2022 (+3,2 punti % rispetto al 2021) e il 66,7% di quelli effettivamente venduti (+2,4 punti % rispetto al 2021).

Come anticipato, gelati e surgelati si aggiudicano la leadership per incidenza di prodotti che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale, oltre alle indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Ma brillano anche per la presenza di certificazioni relative alla compostabilità del packaging.

Il comparto è sopra la media, con il 33,1% delle referenze che riportano la codifica identificativa del materiale. Gelati e surgelati si guadagnano anche un altro primato: quello della crescita della diffusione di quest’indicazione, aumentata del 6,1% rispetto al 2021, e con un trend superiore di quasi due punti percentuali alla media del grocery.

In particolare, nei gelati, la quota di prodotti che presentano in etichetta questa informazione è aumentata del 6,5%, passando in un anno dal 32,5% al 39,0%. Tra le tipologie di prodotti si segnalano principalmente i gelati multipack con il 44,7% di quota, i gelati in vaschetta con il 34,0%, i dessert con il 33,9% e i gelati d’impulso con il 39,6%.

Nei surgelati, le referenze con la codifica identificativa del materiale compositivo sono aumentate del 6% in un anno, arrivando al 30,4% del totale. Le categorie più virtuose sono le pizze (44,1% contro il 33,7% del 2021), i dolci (41,3% versus 33,7%) e l’ittico panato (38,5% contro 30,8%).

Il freddo è secondo per numero di confezioni vendute con l’indicazione della composizione dell’imballo. Il 51,3% delle confezioni di gelati e surgelati finite nel carrello riporta questa indicazione (+7,8%).

Un’altra evidenza interessante in questo report è la pervasività della comunicazione on pack della doppia indicazione tipo di imballaggio/istruzioni per la raccolta differenziata. La si ritrova con valori superiori al 50% in quattro dei dieci comparti merceologici analizzati e con quote sopra la media in sei su dieci. In termini di incidenza sulla numerica dei prodotti a scaffale, il numero uno resta il freddo con il 68,3% di quota, con una crescita annua del 3,7%. Se si considerano le confezioni vendute, si arriva all’84%.

Se le informazioni sono ormai diffuse, lo stesso non si può dire per le certificazioni che attestano le informazioni ambientali veicolate dai pack. Solo il 7,1% dei prodotti a scaffale riporta marchi ambientali o altre dichiarazioni volontarie, con il freddo questa volta leggermente sotto la media (6,8%). Davvero bassa, invece, la quota delle confezioni che riporta una certificazione di compostabilità (0,3%). In questo caso il freddo torna ad essere il più virtuoso, perché tale percentuale sale all’1,3%.

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