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Freddo: il più virtuoso nelle eco-informazioni

Identipack
Identipack

Mentre si avvicina la data dell’obbligatorietà dell’etichettatura ambientale, il 1 gennaio 2023, nasce IdentiPack, Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging. L’iniziativa è frutto della collaborazione fra Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi e GS1 Italy.
IdentiPack monitora in modo costante la presenza di informazioni ambientali sulle etichette degli imballaggi immessi al consumo in Italia e ogni sei mesi restituirà un’analisi dettagliata dei prodotti in commercio, fotografando la situazione relativa a quelli disponibili a scaffale e poi realmente acquistati dal consumatore, segmentandoli in base ai reparti di appartenenza.
I dati raccolti nella prima edizione del rapporto premiamo il settore del freddo, che si posiziona sul primo gradino del podio per la comunicazione delle informazioni ambientali dei packaging: gelati e surgelati si aggiudicano la leadership per incidenza di prodotti che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale, oltre alle indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Ma brillano anche per la presenza di certificazioni relative alla compostabilità del packaging e di suggerimenti per migliorare la raccolta differenziata a casa.

Come funziona

Utilizzando lo standard GS1 GTIN del codice a barre GS1 per identificare i prodotti, il lavoro di analisi dell’Osservatorio incrocia le informazioni ambientali riportate sulle etichette dei packaging di largo consumo, digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy (in questa prima edizione, ben 128.000), con le elaborazioni NielsenIQ sul venduto negli ipermercati e nei supermercati italiani (retail measurement service).
E’ così possibile avere dati aggiornati su quanti prodotti presentano in etichetta le informazioni ambientali obbligatorie da gennaio (identificazione del materiale di composizione dell’imballaggio e indicazioni per la raccolta differenziata) e quanti riportano informazioni aggiuntive. Tra di esse figurano i marchi volontari legati alle caratteristiche di sostenibilità del packaging, i suggerimenti su come fare una raccolta differenziata di qualità, o sistemi digitali per rinviare a pagine web che riportano le informazioni ambientali presenti sulla confezione.

Gli obiettivi del progetto

«Un passo avanti nel monitorare la risposta delle aziende italiane all’obbligo di etichettatura ambientale – commenta Luca Ruini, presidente Conai- ci permetterà di capire come le imprese si stanno muovendo e di scoprire se alcuni settori faticano ad adeguarsi al nuovo obbligo, oltre che di studiare come il fenomeno dell’etichettatura volontaria prende forma e in quali settori. Potremo inoltre monitorare quella che sembra essere una vera nuova frontiera, l’etichetta digitale: scoprire quanto e come viene utilizzata sarà utile sia per l’industria degli imballaggi sia per la filiera del riciclo».
«Con IdentiPack – spiega Bruno Aceto, CEO di GS1 Italy – proseguiamo nella missione di favorire la conoscenza del mercato, offrendo alle aziende e al sistema strumenti di analisi, informazioni e stimoli utili per orientare le scelte strategiche verso una maggiore sostenibilità. Serve un linguaggio comune, quello degli standard GS1 e delle soluzioni GS1 Italy, che consenta di condividere le informazioni legate alla sostenibilità dei prodotti e dei processi da parte delle aziende lungo tutta la filiera, fino al consumatore finale, con il quale aprire un canale di comunicazione sempre più efficace e trasparente perché possa compiere scelte consapevoli e sostenibili».

I primi dati

Secondo il primo report di IdentiPack, nel 2021 sul mercato italiano i prodotti che riportano informazioni ambientali relative al pack sono aumentati rispetto all’anno precedente, in anticipo quindi rispetto all’entrata in vigore dell’obbligo stabilito dalle norme europee e italiane.
E le cifre sono incoraggianti, soprattutto quelle relative alle informazioni ambientali che, a partire dal 2023, in Italia saranno obbligatorie.
Su 17.300 etichette a scaffale è già presente la codifica identificativa del materiale usato, ai sensi della decisione 129/97/CE. Corrispondono al 13,5% del totale delle referenze a scaffale nel grocery (+3,2% rispetto al 2020) e al 25,1% del totale dei prodotti venduti (+1,8% rispetto al 2020).
Su 46.156 referenze compaiono già le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Parliamo del 36,0% di tutti i prodotti grocery a scaffale monitorati nel 2021 (+2,2 p.ti % rispetto al 2020) e del 55,5% di quelli effettivamente venduti (+0,9 p.ti % rispetto al 2020).
Senza contare che oggi le etichette di 4.268 prodotti hanno almeno un’indicazione che consente di visionare digitalmente le informazioni ambientali sul contenuto o sul packaging del prodotto. Un paniere che include il 3,3% delle referenze a scaffale e di quelle vendute complessivamente. È un numero che è cresciuto di 0,3 punti percentuali se confrontato con quello del 2020.

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