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It’s Bio: il progetto per l’agricoltura biologica

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In questo periodo storico caratterizzato dall’emergenza climatica, le attenzioni di ognuno devono concentrarsi sulla preservazione e sulla difesa dell’ambiente naturale. La forza degli eventi atmosferici impossibili da prevedere, l’innalzamento delle temperature e la siccità, infatti, sono solo alcune delle problematiche che attraversano il bacino del Mediterraneo e che coinvolgono l’intera popolazione.
Secondo l’ultimo report IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, lo strumento delle Nazioni Unite che concentra tutte le relazioni scientifiche relative al cambiamento climatico nel mondo) pubblicato a febbraio 2022, l’agricoltura è fra i settori più colpiti dal riscaldamento globale, con risultati che hanno portato a una significativa riduzione della resa produttiva.
Uno degli alleati per contrastare tale emergenza climatica è l’agricoltura biologica: questa, infatti, è basata su pratiche che non solo proteggono l’ambiente, ma cercano anche di migliorarlo, riducendo l’uso di sostanze chimiche, promuovendo pratiche di difesa naturale delle piante, di conservazione della fertilità del terreno, di risparmio in termini di risorse idriche e di rispetto della biodiversità; questa, inoltre, richiede un minor consumo di energia, consente di ridurre le emissioni di gas serro e presenta un maggior sequestro di anidride carbonica.
Diversi studi hanno dimostrato che l’effetto positivo dell’agricoltura biologica è visibile anche sulla presenza di flora e fauna sul campo e nel sottosuolo con una media di oltre il 30% in più di specie e il 50% in più di impollinatori rispetto al convenzionale.
In questo scenario si colloca il progetto “It’s Bio”, finanziato dall’UE e da AOP Gruppo Vi.Va., che è stato sviluppato con l’obiettivo di diffondere i valori di salute e sostenibilità dell’agricoltura biologica in Italia, Grecia e Belgio.
“Sono numerosi gli studi che dimostrano l’importante ruolo del biologico per la sostenibilità ambientale – dichiara Giovanni Dinelli, ordinario all’Università di Bologna e Direttore del Corso di formazione in Agricoltura Biologica) – e cito ad esempio un lavoro sulla misurazione del Life Cicle Assessment svolto in Belgio che mette a confronto una produzione di porro convenzionale con una biologica. I dati parlano chiaro ed evidenziano, tra le altre cose, il 70% in meno di incidenza del bio sul global farming rispetto al convenzionale. I dati scientifici non mancano. Il biologico è una pratica agricola sostenibile”.
Per molte ragioni, quindi, l’agricoltura biologica è al centro delle politiche europee in fatto di contrasto al cambiamento climatico, come dimostrano il Green Deal e il From Farm to Fork, il progetto che punta alla conversione del 30% di tutta la superficie agricola europea da convenzionale a biologico.
Questi risultati possono essere raggiunti solo con il coinvolgimento dei consumatori e della distribuzione, sempre più attenti alla propria salute e alla tutela ambientale; l’Europa, oggi, è il secondo mercato mondiale di biologico e presenta 17.1 milioni di ettari destinati al biologico con una crescita del +3.7%, solo nell’ultimo anno.

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