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Fare economie di scala: una strategia vincente

Il 2019 ha rappresentato un anno positivo per il settore alimentare, che registra performance di crescita pari al 3,1percento, contro un PIL italiano cresciuto dello 0,3percentuale. Lo rivela il Food Industry Monitor, quest’anno giunto alla sesta edizione, l’osservatorio realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in collaborazione con Ceresio Investors.
Lo studio analizza le performance delle aziende italiane del comparto, l’evoluzione dei modelli di business e le tendenze di mercato nazionali e internazionali.
L’edizione 2020 è dedicata al rapporto tra cibo, salute e innovazione.
Nel 2020, anche il food risentirà dell’impatto del Coronavirus, con un calo nella crescita del 5percento circa: un dato però contenuto in relazione alle previsioni del PIL (-9,5percento).
Il 2021 sarà l’anno della ripresa, con un tasso del 7,7percento per il comparto. La marginalità commerciale sarà influenzata relativamente. Il tasso di indebitamento salirà dal 2,2 del 2019 al 2,7 nel 2020, per poi riabbassarsi a 2,4 nel 2021.
Nonostante la situazione economica, le esportazioni del settore food cresceranno mediamente dell’11percento nel biennio 2020-2021.

Cosa cercano i consumatori, in Italia e all’estero
Le tendenze di mercato, analizzate su oltre 900 media specializzati nel periodo 2015-2019, vedono in testa il tema degli alimenti salutari, che ha avuto il maggiore incremento di citazioni. Mentre i media internazionali hanno mostrato crescente attenzione ai temi della sicurezza alimentare e dei processi di trasformazione del cibo, l’interesse italiano è concentrato sulle caratteristiche nutrizionali e sui temi della tradizione.
“Questi dati si riferiscono ai media prima dell’emergenza Coronavirus – spiega Carmine Garzia, relatore della ricerca – ma ci aspettiamo che le tendenze emerse abbiano un ulteriore rafforzamento dopo la pandemia”.
Anche l’analisi dei modelli di business evidenzia che l’offerta è costituita per il 40percento da alimenti salutari, cioè fatti con materie prime di origine biologica, oppure ottenuti con processi di trasformazione poco invasivi, senza additivi e conservanti artificiali, con benefici di tipo funzionale, ovvero cibi salutari negli effetti.
Tuttavia, solo il 7percento delle aziende enfatizza nella propria comunicazione il tema della salute: e solo chi lo fa, vince. “Le aziende che hanno saputo enfatizzare il tema salute hanno avuto tassi di crescita e redditività commerciale più elevate – precisa Alessandro Santini, Head of Corporate Advisory di Ceresio Investors – e il differenziale è significativo, poiché l’incremento di ROIC è del 25percento superiore rispetto alle aziende che non fanno questo tipo di comunicazione”.
“Ugualmente notevole il tema della sostenibilità ambientale – aggiunge Gabriele Corte, Direttore Generale di Ceresio Investors – utilizzato dal 50percento del campione. Ad esempio, oltre il 68percento delle aziende utilizza packaging a basso impatto ambientale. Centrale il tema della tradizione, utilizzato in modo intensivo dall’80percento delle aziende>>.
Circa il 9percento delle aziende ha registrato almeno un brevetto nel periodo 2010-2019. Il 62percento dei brevetti riguarda innovazioni dei processi produttivi. Il 38percento dei nuovi brevetti riguarda le innovazioni di prodotto.

Le previsioni per i surgelati
Lo studio riguarda anche il comparto dei surgelati.
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Uno degli asset su cui investire è senza dubbio l’internazionalizzazione.
“Può essere una strategia vincente – sottolinea Garzia – ma relativamente poco seguita, al momento dalle aziende del surgelato. Sicuramente è un percorso complesso, perché movimentare su lunghe tratte prodotti che devono rimanere a temperatura controllata è difficile e oneroso. Sarà utile quindi puntare sull’aggregazione, una strategia che stanno scegliendo diversi fondi di investimento che operano in questo comparto, per ottimizzare e fare economie di scala non solo sulla logistica, ma anche sugli approvvigionamenti. Questo consente di contenere i costi e quindi di recuperare marginalità anche su prezzi di vendita compressi. Anche il settore dei surgelati può guardare con fiducia al futuro, poiché si attende un rimbalzo significativo nel 2021”.

 

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